Obama per l’ambiente
La campagna elettorale di Obama punta l’attenzione sulla sostenibilità. Questa volta però deve fare i conti con il suo operato.
Il sito web dedicato al tema si “apre” con un messaggio del Presidente degli Stati Uniti che sottolinea come ambiente ed economia siano due facce della stessa medaglia. Infatti, grazie all’attenzione per l’ambiente è stata ridotta la dipendenza dal petrolio ed è stata creata occupazione, rendendo aria e acqua più pulite.
Il video-messaggio può essere presentato, a mio avviso, come un esempio magistrale di comunicazione social. Un minuto e 48 secondi di dialogo dove si alternano un primo piano del Presidente che parla, immagini degli interventi fatti, tecnologia, natura e famiglia felice. Nessun finto slogan, solo narrazione della storia del suo primo mandato, focalizzata sui traguardi green raggiunti e un invito a visitare il sito web dedicato.
Un messaggio dedicato agli ambientalisti da parte del Presidente. Sicuramente non può passare inosservato, perché significa che Obama ha dedicato il suo tempo a preparare quella registrazione e lo sguardo fisso in camera dice “ambientalista, sto parlando proprio a te”. Il messaggio sottolinea il coinvolgimento personale, crea empatia con il lettore e sottolinea che non è stato facile raggiungere questi risultati. Pertanto dice, è ora di decidere se continuare con i progressi o no.
Il green è di cruciale importanza per le elezioni, perché da un lato contraddistingue e contrappone Obama dai Repubblicani (contrari alle “lotte” ecologiste) e dall’altro rappresenta una tematica centrale per i consensi di una larga fetta di popolazione, capace di determinare le sorti delle elezioni.
Il punto debole di questo impegno verso la sostenibilità è presente negli obiettivi non raggiunti dall’attuale Presidente, promessi nella precedente candidatura. Per questo sono posti in evidenza i grandi passi fatti nei confronti dell’ambiente, sapientemente riproposti nella pagina “Accomplishments” del sito dedicato al dialogo con gli ambientalisti. Tra questi traguardi viene contrapposta la politica di Bush a quella di Obama per quanto riguarda, ad esempio, la conservazione della flora e della fauna, per le quali sono stati messi a punto progetti di tutela in 50 stati.
Per la preservazione e conservazione del territorio, vengono dichiarati 54.000 acri di costa protetta e il ripristino di oltre 5.200 acri di habitat costieri.
Grande attenzione all’acqua, all’habitat acquatico e al risparmio dell’acqua per prevenire la scarsità di questa risorsa fondamentale.
Insomma, azioni importanti fatte e capaci di testimoniare la volontà del Presidente di tutelare l’ambiente.
Da qui parte la raccolta di consensi e di fondi per la campagna elettorale. Infatti, dato che le elezioni americane non prevedono rimborsi pubblici, Obama deve rivolgersi direttamente ai suoi sostenitori per propagare la sua comunicazione. A questo serve il sito dedicato agli ambientalisti. Ciò è visibile nella pagina di merchandising dove è possibile acquistare magliette, etichette, poster e addirittura, il kit dell’Earth Day, tutto in tema “Obama per l’ambiente”. Meno espliciti,sono i materiali di comunicazione che illustrano gli interventi e i risultati raggiunti, fondamentali per permettere ai sostenitori di argomentare le loro posizioni.
Chiaramente, questo è solo uno dei tanti aspetti della comunicazione per la campagna elettorale di Obama, ma la chiave green mi è sembrata uno spunto interessante per lanciare la discussione sulla comunicazione politica che si focalizza sulla green economy.
Non si può parlare certamente di Green Washing, tuttavia Obama ha deluso le aspettative di quelli che negli USa ma anche nel resto del mondo lo vedevano come l’alfiere della Green Economy. C’è da dire che il suo potere decisionale è stato sminuito dalle elezioni di medio termine e dall’azione costante delle lebby del petrolio che hanno tentato con ogni mezzo di contrastare le sue politiche ambientaliste, resta però il rammarico per la sua mancanza di coraggio quando aveva i numeri nelle due camere parlamentari e un vasto consenso pubblico. Certo, tra lui e Romney c’è un abisso in quanto a sensibilità verso il tema della sostenibilità per cui speriamo in una sua conferma. La spinta, però, per una decisa e convinta green economy deve venire dal basso, creare aspettative intorno al leader di turno significa fare il gioco di coloro che un cambiamento di questo modello di sviluppo non lo vogliono affatto.
Infatti, la situazione è complessa. Di certo aveva creato grandi aspettative ed in parte sono state deluse, ma comunque i progressi in termini di sostenibilità può dichiararli. Per quanto riguarda la comunicazione, penso che sia difficile parlare e valutare il greenwashing di fronte ai messaggi politici, proprio per le logiche che stanno dietro a questa forma di comunicazione. Però si tratta di un aspetto interessante e sul quale ci si dovrebbe interrogare, perché sarebbe un approccio di comunicazione nuovo per la politica, alla quale non guasterebbe una revisionata in termini di trasparenza, informazione, chiarezza, comprensibilità (mi riferisco in particolare al sistema italiano).